OSS - Assistere il malato terminale

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Tra i compiti più gravosi per gli operatori sanitari c'è sicuramente l'assistenza ai pazienti terminali
A domicilio o più spesso presso gli hospice si è chiamati ad accompagnare i pazienti nel loro ultimo tratto di vita.

La morte dal punto di vista etico
Diritti del malato e dei morenti: tutti gli ammalati devono avere la possibilità di prepararsi psicologicamente alla morte. Dev'essere dunque garantita l'assistenza di uno Psicologo, normalmente presente in tutti gli hospice, anche al domicilio del paziente.

Progresso scientifico tecnico e cultura della morte: considerare che non tutto quello che è tecnicamente possibile è umanamente giusto. La medicina ha i suoi limiti e l'uomo non è immortale.

Verità al malato: Tutti gli operatori sanitari, medici, infermieri e oss, devono imparare ad affrontare l’evento della morte per poter aiutare efficacemente l’uomo a morire. Non ci può essere spazio all'improvvisazione e soprattutto in situazioni complicate non ci si deve rifugiare nelle risposte rassicuranti e non veritiere.
Morire umanamente: Gli operatori sanitari dovranno essere formati a saper comprendere, ascoltare e comunicare con il paziente morente affrontando la morte da laici senza far prevalere le proprie convinzioni o credenze.

Le cinque fasi che precedono la morte

  • 1. rifiuto: il malato inizialmente non accetta la diagnosi
  • 2. collera: il malato si chiede perché debba essere proprio lui e non altri a morire
  • 3. trattative: cerca di comunicare con Dio promettendo qualcosa in cambio della sua vita
  • 4. depressione: il malato sta per perdere tutto ciò che ha.
  • 5. accettazione: aumenta il bisogno di sonno. Il malato non deve essere mai lasciato solo, far sentire anche ai parenti la propria comprensione.

Non c’è bisogno di parole o incoraggiamento da parte degli operatori. Troppi visitatori possono dare fastidio.

Il malato terminale

E’ colui che entra in una fase clinica irreversibile che porta alla morte. Il malato è inguaribile ma non incurabile. Ricordiamo brevemente il concetto sulla differenza tra curare e prendersi cura, concetto che nel mondo anglosassone viene differenziato attraverso l'uso di due verbi specifici: to care e to cure.

Quando infine non si possono fare altri tipi di terapia si ricorre alle cure palliative con lo scopo di offrire al paziente la migliore qualità di vita possibile. E' necessario preservare l’autonomia e l’autodeterminazione del soggetto considerando anche il suo diritto a rifiutare in qualsiasi momento ogni trattamento sanitario proposto.

Il luogo migliore per l’assistenza del malato terminale è in ogni caso il suo domicilio dove può avere il conforto dei suoi familiari e non si deve mortificare la speranza del paziente perché lo aiuta a sopportare la situazione. Non si dovrebbe però alimentare false speranze, evitiamo quindi di illuderlo.

La famiglia deve essere educata all’assistenza del paziente terminale e su cosa sia meglio dire o non dire. L’operatore per primo deve comprendere il significato della morte così da poter trasmettere la propria conoscenza ai familiari. Nel momento della morte c’è bisogno di una presenza rassicurante che aiuti il paziente anche negli aspetti pratici. Il paziente terminale ha spesso mille pensieri su come sistemare tutto prima della sua dipartita.

Oltre ai problemi fisici dunque l’operatore socio sanitario deve saper affrontare anche e soprattutto i problemi psicologici e spirituali.

Eutanasia

Eutanasia letteralmente dolce morte o buona morte, in concreto significa morte umanizzata. Spesso la richiesta fatemi morire può significare alleviate il mio dolore, non una richiesta di morte vera e propria quindi. In ogni caso è bene evitare ogni giudizio di merito sulle scelte sul fine vita che sono assolutamente individuali.